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Rosario Sciacca

CORSO SUPERIORE DI CUCINA ITALIANA DI ALMA

 


 

Il caso di successo di Rosario Sciacca, da studente di economia alla cucina stellata dello chef Carlo Cracco, ora pronto a fare il passo di aprire un’attività in proprio.

Un approccio alla cucina il tuo, non del tutto diretto. Come è nata questa passione?
Prima di entrare in cucina lavoravo nelle due attività di famiglia, una tabaccheria e un elettrauto. Dopo la maturità scientifica ho intrapreso il percorso universitario: terminati gli studi infatti, sarei subentrato nella gestione di queste due realtà. Tuttavia la passione della gastronomia è nata in maniera particolare: proprio quando ho iniziato a fare sport, prima bodybuilding e poi calcio, ho sentito l’esigenza di organizzare la mia alimentazione anche in funzione delle attività che praticavo. Oltre al cibo legato alla tradizione della mia Sicilia, ho cominciato ad approcciarmi a regimi alimentari bilanciati ad uno stile di vita equilibrato. Cucinavo per me stesso, ero alla ricerca di una cucina che non fosse solo buona, ma anche sana: ho cominciato a provare nuovi ingredienti e mi sono resto conto presto che mi mancavano la tecnica necessaria per elaborarli.

Come sei venuto a conoscenza di ALMA? Un momento significativo del tuo periodo nella Scuola?
Cercando su internet sono venuto a conoscenza di ALMA. Avevo capito quanto questa scuola mi avrebbe potuto offrire in termini di tecniche e di conoscenze: dal Corso Tecniche di Cucina a quello Superiore di Cucina Italiana, come un treno ad alta velocità è volato un anno. Ricordo ancora le lezioni in Aula Magna con lo chef Soldati: l’entusiasmo con cui l’ho visto toccare la materia prima e la passione con la quale ci raccontava e ci spiegava come lavorare un determinato prodotto, sono momenti indimenticabili che porterò sempre con me.

Hai lavorato in uno dei ristoranti più famosi d’Italia e sai bene come altri tuoi colleghi vorrebbero fare il tuo percorso. Quanto importante è la formazione per un cuoco? 
Lavorare in un ristorante come quello di Cracco, soddisfacendo le aspettative dei clienti è di sicuro una sfida costante in ogni servizio. Occorre grande concentrazione certo ma senza delle conoscenze solide di sicuro non potrei fare ogni giorno quello che faccio. Ero in una brigata di 15 persone di cui 6 avevano frequentato ALMA. La formazione che ho ricevuto, è stata un elemento imprescindibile per lavorare in una struttura come quella.

Come si è evoluta la tua esperienza da ALMA a oggi?
Ricordo perfettamente il giorno in cui in ALMA mi è stata comunicata la destinazione di stage: ristorante Cracco. Un misto di confusione, paura e felicità mi ha pervaso in quel momento. Dello chef conoscevo i piatti e la tecnica, lo avevo visto in televisione. Appena arrivato, i primi mesi, sono stati davvero tosti, sacrifici sia dal punto di vista fisico che mentale. Nonostante ciò dopo il mio percorso di stage, lo chef mi ha chiesto di rimanere. Ricordo ancora il passaggio dagli amuse-bouche alla partita dei primi sancito dalla frase del sous chef Luca Sacchi: “Se ho un cavallo buono non lo metto a pascolare”. Tanta è stata la soddisfazione quanta la carica motivatrice per una frase del genere.

Aspettative per il tuo futuro professionale?
Dopo aver lasciato il ristorante di Cracco, esperienza unica a livello professionale, formativo e umano, mi sento pronto per avviare un’attività finalmente tutta mia. Sto ancora definendo alcuni dettagli del progetto ma spero che nella prossima primavera (2019, ndr) sia tutto pronto per iniziare! Aprirò sicuramente a Partanna, provincia di Trapani: è il mio paese natale, non potevo non partire da lì!

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