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“Il gusto per le cose giuste”: l’ultimo ALMA Talks ospita Andrea Segrè

Ultimo appuntamento del 2018 con gli ALMA Talks, parte del progetto “Next Generation Chef”, incentrato sui valori della sostenibilità, sovranità alimentare e stili di consumo.

 

Davanti a una nutrita platea di pubblico, Andrea Segrè, agronomo, economista e Professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata presso l’Università di Bologna, nonché Presidente della Fondazione FICO, introdotto da Fabio Amadei, docente di Storia e Cultura della Gastronomia e della Cucina italiana di ALMA, ha dato il via ad un confronto esprimendo il proprio parere sulla società moderna, ad oggi sempre più coinvolta da consumi indiscriminati e fomentata da tecniche pubblicitarie persuasive. Una realtà non più sostenibile, e che non può prescindere da seri ragionamento di sostenibilità economica, climatica e alimentare del sistema terra.

Una lettera, quella che si cela all’interno dell’ultimo lavoro di Segrè — “Il gusto per le cose giuste: Lettera alla generazione Z”, pubblicato per Mondadori — dedicata ai post Millennials, che affollano i banchi delle scuole e università, iper connessa a livello globale a colpi di upload sui social network, ma che rappresenta un monito per le nuove generazioni che si affacciano al mercato globale, al fine di combattere l’eccessivo consumismo dei nostri giorni divenuto oramai insostenibile.

Un problema che assume oggi portata mondiale, come si evince dal sempre più importante impegno degli stati nazionali, come dimostra l’ultima COP24— Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che tiene banco questi ultimi giorni a Katowice, in Polonia.

Il gusto per le cose giuste infatti rappresenta l’equa attribuzione del valore di un prodotto, sia economico che qualitativo, un equilibrio che permetta il mantenimento degli standard produttivi e al contempo “generi un processo di uso-riuso del quale la generazione Z dovrà farsi carico” afferma Segrè.

Un problema su scala mondiale non facile da debellare, ma che deve partire da una nuova consapevolezza da parte del singolo individuo: una volontà che deve stravolgere gli usi e consumi attuali attraverso una nuova concezione di politica alimentare, la quale non può prescindere da una formazione scolastica più attenta e votata alla sostenibilità e alla prevenzione degli sprechi.

Ben vengano allora fenomeni sempre più in voga quali l’uso delle “Doggy bag” o sportina, il sacchetto per recuperare gli alimenti rimasti sul piatto, usanza ormai allargatasi anche al mondo del vino, anche in veste sempre più discreta e sdoganata nel mondo del fine dining.
I segnali del cambiamento ci sono, e sono sempre più evidenti. Anche i piccoli gesti quotidiani per abbattere gli sprechi diventano più che mai mezzo per raggiungere l’obiettivo, per acquisire piena consapevolezza sul tema dello sviluppo sostenibile, che permetta la piena soddisfazione delle necessità delle attuali generazioni senza compromettere la capacità di quelle future.
Uno sviluppo etico e sostenibile è possibile, ed è completamente riposto sulle mani della Next Generation.

 

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