Erion Fishti

Ciao Erion, raccontaci chi sei e da dove vieni.

Mi chiamo Erion Fishti, ho 23 anni e sono nato a Diber, in Albania. Tutti mi descrivono come un libro aperto e, sinceramente, non posso dargli torto: sono un ragazzo molto socievole, vivace, a cui piace viaggiare e divertirsi. Nonostante le mie origini, io mi sento italiano a tutti gli effetti perché sono cresciuto a Matera, in Basilicata, ed è lì che è nata la mia passione per la cucina.

 

Come è nata la passione per la cucina? 

Avevo soltanto quattordici anni quando ho iniziato ad osservare attentamente ogni singolo gesto di mia nonna mentre era ai fornelli; giorno dopo giorno, il mio desiderio di aiutarla e apprenderne i segreti è cresciuto sempre di più; penso sia nata in quella cucina la mia predilezione per gli ingredienti di stagione e per le cotture al momento.

 

Fishti Erion chefPrima di iscriverti in ALMA, avevi già provato la vita di brigata? 

Sì, avevo già provato la vita di brigata e reputo che sia fondamentale perché il lavoro di squadra determina il successo o il fallimento di un ristorante; amo la professionalità e la famiglia che si crea all’interno.

 

Poi arriva ALMA. Com’è andata l’esperienza?                           

ALMA è stata importante sia per la mia formazione professionale che per le relazioni personali che ne sono nate: sono entrato in contatto con gente nuova, proveniente da tutte le parti d’Italia, e quindi con culture e tradizioni completamente differenti dalle mie che mi hanno permesso imparare a lavorare come una squadra. Mi mancano le mattinate trascorse in compagnia, le training e ogni singolo ricordo di quei mesi intensi.

 

Successivamente sei entrato all’interno del talent “Antonino Chef Academy”, produzione originale Endemol Shine Italy, sempre disponibile on demand su Sky. Cosa ti ha spinto a partecipare?

Ho deciso di mettermi in gioco durante la quarantena, in un periodo difficile ma che potevo trasformare in una chance di crescita.

 

Il rapporto con lo Chef Cannavacciuolo.

Penso che sia una persona umile, scherzosa e ricca di esperienza. I suoi “schiaffi morali” mi sono serviti tantissimo e mai dimenticherò le parole che mi disse durante la finale: “le emozioni sono una risorsa, ti fanno andare avanti e crescere sempre”. Durante il programma io ho sempre cercato di schermare le emozioni e porre in primo piano la mia voglia di vincere, il perfezionismo e la serietà del lavoro, solo a metà del percorso ho capito che la perfezione non serve se non è accompagnata e guidata dal cuore e dalle passioni.

 

Quale prova ti ha entusiasmato di più?

La prova con lo chef Wicky Priyan, perché era concentrata sulla precisione e sui tagli. Inoltre, mi è sempre piaciuta la cucina asiatica, frutto di tecniche e accostamenti nuovi e di difficile esecuzione.

 

Quale chef ti ha incuriosito maggiormente?

Lo chef Quique Dacosta, perché è molto creativo e all’avanguardia. È stato l’unico chef ad includere l’utilizzo di nuovi strumenti legati al mondo della pittura nella cucina, ribadendo il concetto che la cucina è una forma d’arte.

 

Qual è stato il momento più difficile?

Ovviamente la finale perché l’idea di poter vincere mi ha distratto a tal punto da perdere la concentrazione. Più volte ho dovuto ripetere dei passaggi perché li avevo eseguiti in modo impreciso, ma fortunatamente sono riuscito a presentare il piatto che descrivesse tutto il mio percorso: il roll di branzino con mousseline alla salicornia e polvere di peperone crusco, mezza luna di grano saraceno con asparagi agrodolci, salsa di bisque di gambero agrumata, cialda di capperi con branzino mantecato finger lime e supreme di arancia.

 

Come ci si sente ad aver vinto uno dei talent show culinari più importanti a livello nazionale alla tua età?

Dopo aver vinto l’Antonino Chef Academy ho acquisito più consapevolezza delle mie capacità. Ho compreso che tutto quello che ho raggiunto non è un punto di arrivo, ma solamente un trampolino di lancio verso qualcosa di più sorprendente.

Erion Fishti

Così si sono aperte le porte di uno dei ristoranti più rinomati a livello nazionale e mondiale, Villa Crespi, il ristorante dello chef Cannavacciuolo. Cosa ti aspetti da questa esperienza?

Mi aspetto di crescere e di trarre insegnamenti importanti dallo chef e da tutta la sua brigata. Spero di trovare un clima molto familiare e di impegnarmi al massimo.

 

Qual è il tuo più grande sogno?

Aprire un mio ristorante, ottenere le stelle Michelin e, grazie alla mia identità, entrare nella top 100 dei migliori chef al mondo.

 

Per chiudere: qual è l’insegnamento più grande che ALMA ti ha lasciato.

ALMA è stata capace di formarmi e aiutarmi a raggiungere quello che inizialmente reputavo impossibile.