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Federico Bovarini

L’intervista a Federico Bovarini, Diplomato della 13^edizione del Master ALMA-AIS, il corso in Marketing e Comunicazione del Vino ALMA. Pochi giorni fa, Federico è stato eletto miglior Sommelier della Lombardia 2023.

Dove nasce la tua passione per il mondo del vino?

La mia passione per il vino nasce circa all’età di 18 anni, grazie allo zio della mia prima fidanzata che è tutt’oggi un produttore di Moscato di Scanzo (oggi uno dei vitigni del cuore) che mi ha permesso di toccare con mano ogni singolo aspetto della produzione del vino e della vendita e comunicazione di questo vino locale.
Da lì è nata la curiosità di voler provare a comunicare un calice di vino e per arrivare a ciò avevo bisogno di un corso AIS per approfondire questo meraviglioso mondo.

Quando e perché hai deciso di trasformare questa passione in professione?

Dopo il corso AIS ho lavorato intanto che finivo gli studi universitari in una distribuzione piccola su Bergamo e intanto capivo cosa voler fare nella vita.
Nel mentre non contento andavo a lavorare il venerdì e il sabato per un ristorante in centro a Bergamo a cui serviva un sommelier e…un lavapiatti. Servivo il vino all’ultimo tavolo e andavo a lavare pentole e piatti. Si chiama gavetta.

Sempre più capivo che finalmente avevo trovato il mio mondo, ma non bastava. Nel mentre continuavo a lavorare in ristorazione di buon livello e facendo un po’ di distribuzione pensavo a come fare il salto di qualità e diventare un professionista a 360 gradi.

Il Master ALMA-AIS: cosa ti ha spinto a scegliere questa formazione e cosa ti ha lasciato?

Ecco il salto a cui accennavo. Mi sono posto un obiettivo: comunicare il vino a chiunque. Da chi è molto tecnico e ha una grande conoscenza a chi invece il vino lo vive per pura passione.
Qualche anno prima ho partecipato ad una serata presentata dal Castellani a Bergamo ovviamente sul Chianti classico e c’era nel pubblico un giovane Stefano Berzi (poi Miglior Sommelier d’Italia 2021) che mi accennò del Master che stava facendo appunto con Massimo Castellani. Da quel momento nella mia testa c’era la certezza che presto o tardi io il Master ALMA-AIS in ALMA lo avrei fatto
Ed eccoci qualche anno dopo a far si che il mio piccolo sogno si avverasse.
Quello che mi ha lasciato questo master è un qualcosa di straordinario e unico. Se si potesse rifare ogni anno giuro che lo rifarei.
Prima di tutto il grande biglietto da visita con il quale ci si presenta quando si entra a far parte del mondo del vino di alto livello. In secondo luogo l’approccio che si ha nei confronti del calice di vino e nell’attenzione nell’ascoltarlo e comunicarlo vengono resi diretti immediati e in un certo senso facile data la grande conoscenza tecnica che viene insegnata.
Più sai e meglio sai, più è facile comunicarlo agli altri in base ai diversi livelli di conoscenza che hai di fronte.

Diplomato della 13^ edizione del Master ALMA-AIS, eletto miglior Sommelier della Lombardia 2023.

Quando hai capito di essere pronto per concorrere al titolo di miglior Sommelier della Lombardia?

Non credo ci sia un momento preciso. Nel 2020 ho provato questo concorso quasi per gioco. Nel 2022 ci ho riprovato con una consapevolezza diversa, ma senza avere quella determinazione piena.
Quest’anno mi sono preparato molto e ho una consapevolezza diversa. Diciamo che sto cominciando ad essere pronto per affrontare queste tipologie di concorsi anche se lo ripeto e lo ripeterò all’infinito: è solo un punto di partenza.
Prima di questa vittoria ci sono stati altri due podi, sempre a questo concorso. Posizionamenti importanti che però non ti sono bastati, tanto da spingerti a riprovarci.

Cosa ti ha spinto a riprovare?

La voglia di riprovare è dettata dalla voglia di sapere. Non si finisce mai di imparare. È un mondo talmente infinito che è davvero impossibile anche solo pensare di sapere tutto o di essere arrivato.

Il voler riprovare non è solo dettato dalla voglia di vincere un titolo, ma davvero legata fermamente alla voglia di conoscere e confrontarsi con tanti amici che partecipano e non. Condividere momenti e bottiglie di vino imparando da chi ne sa più di te.

Sei ambasciatore del Moscato di Scanzo, che è stato anche il protagonista della tua tesi del Master ALMA-AIS.
Cosa ti lega a questo vitigno?

Reputo questo vitigno unico al mondo e ancora più unico il vino che si produce. Un moscato passito a bacca nera che si presenta sulla carta come vino dolce, ma di dolce ha davvero poco. Equilibrato in una maniera straordinaria dalla freschezza e dalla sapidità dettata dal territorio particolarmente calcareo di Scanzorosciate. Un vino che inebria con i suoi profumi e stupisce con la sua profondità di degustazione. Un vino che ha tutte le caratteristiche per essere un vino da invecchiamento e che tutte le volte che lo degusto lascia stupito me che un po’ nella mia vita ne ho bevuti e degustati.
È il vino che rappresenta meglio il mio territorio e che si colloca nell’olimpo delle eccellenze italiane.

Ti vedremo a Genova, in novembre, per concorrere al titolo di miglior sommelier d’Italia?

Prontissimo e carichissimo!
Da quest’anno è stato inserito un preliminare che devo sostenere ad ottobre insieme a chi ha vinto i campionati regionali e ha passato il primissimo preliminare di settembre. Da questa scrematura usciranno i concorrenti del campionato nazionale.
Speriamo dunque di passare il preliminare e di provare a giocarci tutto a Genova.
Se così non dovesse essere ci rimetteremo a studiare con l’entusiasmo e la voglia di sempre.

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