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Simeone Mario

Da Runner a Controller in uno dei più importanti gruppi ristorativi nazionali: il gruppo Alajmo, che oggi conta 15 ristoranti di alta qualità in diverse città di tutto il mondo.

Come nasce la tua passione per la ristorazione e il Food & Beverage Management.

Mi sono affacciato al mondo della ristorazione in una estate dopo la fine del liceo.
Iniziai a lavorare come runner nel ristorante di mio zio, uno spazio di dimensione piuttosto elevata in cui le persone si recavano principalmente per celebrare eventi importanti: matrimoni, compleanni e battesimi.
Questo mi ha fatto capire l’importanza della convivialità, della condivisione e dell’esperienza.

Qual è stata la tua prima esperienza lavorativa nel settore?

Una volta finita l’estate ho iniziato il mio percorso universitario in economia e commercio all’Università di Siena, continuando durante il weekend e le festività al ristorante. La mia passione per questo mondo crebbe insieme a me e iniziai ad affacciarmi al mondo della cucina.
Ho iniziato a lavorare come cuoco ma spinto dalla volontà di comprendere ed imparare il complesso funzionamento dell’attività da ogni suo punto di vista.

Come hai trasformato la tua passione per la gastronomia in una carriera professionale?

Andando avanti con lo studio ed il lavoro mi sono reso conto che quei concetti di economia aziendale che stavo imparando avevano delle grandi affinità con il mondo della ristorazione che stavo scoprendo, ma che non riuscivo a combinare con chiarezza.
L’idea era di continuare la mia formazione in maniera specifica, in qualcosa che potesse unire il concetto di azienda con quello di ristorazione.
Guardandomi intorno scoprii il corso in Food and Beverage Management ALMA: la scuola non aveva bisogno di presentazioni e quindi decisi di intraprendere questo percorso.

La tua esperienza al Master in Food & Beverage Management?

Molto positiva, non solo per i contenuti didattici del corso, che sono di altissimo livello, ma anche per l’ambiente in cui ci si ritrova, le persone che si conoscono e le esperienze che si fanno durante il periodo residenziale. Durante il percorso iniziai a guardare in maniera molto più lucida quell’aspetto di azienda che c’è dietro la ristorazione e di quali aspetti fossero necessari per farla crescere nel tempo come tale.

Poi arriva lo stage, non in un luogo comune: Alajmo Group.

Ho avuto l’opportunità di fare lo stage come controller nel gruppo Alajmo, cosa che si rivelò essere il punto di unione tra quello che volevo fare è quello che avevo imparato. Prima del termine dello stage sono stato assunto come junior controller, e da circa un anno sono stato promosso come controller del gruppo.

Di cosa ti occupi nello specifico?

Il mio lavoro è quello di fornire alla direzione le informazioni necessarie a prendere decisioni.
Per arrivare a fare questo bisogna essere molto dentro a tutte le fasi dell’azienda sia operative che strategiche.
Questo fa sì che il lavoro sia molto dinamico e fatto di tanti piccoli traguardi per migliorarsi sempre di più.
Non c’è un progetto in particolare di cui sono più orgoglioso di altri. La cosa che mi rende più orgoglioso è vedere i progressi che abbiamo fatto in questi due anni e mezzo che sono in Alajmo, questo è anche grazie al supporto e alla fiducia che mi è stata data dal general manager e dalla famiglia Alajmo.

Quali consigli daresti a chiunque voglia intraprendere una carriera nel settore del food & beverage management?

Direi di avere voglia di imparare e mettersi in discussione ogni giorno, il ruolo che siamo chiamati a ricoprire necessita di competenze e capacità a 360 gradi.

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