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Pietro Sangiorgio

Pietro Sangiorgio, dopo aver conseguito la laurea in Enologia e Viticoltura ha proseguito il suo percorso di formazione in ALMA, con il diploma Master ALMA-AIS.
Da qualche mese, Pietro Sangiorgio vanta un altro grande riconoscimento per la sua giovane e brillante carriera: è stato eletto miglior Sommelier AIS Lombardia 2022.

Da dove nasce la tua passione per il vino?

Posso dire di essermi innamorato nel mondo del vino per fortuna o per destino. La mia passione è sempre stata la letteratura e pensavo sarebbe stata il mio futuro.
Da ragazzo ho cominciato a lavorare, durante stagione estiva, in un ristorante in Valle d’Aosta, principalmente per guadagnare qualcosa e disciplinare il mio spirito ribelle.
Qui sono rimasto da subito affascinato dalla capacità dell’enogastronomia di trasmettere una bellezza pragmatica ed esplicita, così diversa per forma ma così simile per sostanza a quella che ho sempre ricercato nei libri.
Illuminato da questo nuovo punto di vista, il ruolo del sommelier e del cameriere si arricchisce di una funzione comunicativa e culturale estremamente affascinante e mi sono trovato a dover scegliere il percorso universitario. Mi sono gettato di istinto in Enologia e Viticoltura.
È stata una scelta impulsiva ma è andata bene.

Sei esperto di vini rari e da collezione, passione che è diventata professione: raccontaci com’è questo lavoro?

Bellissimo! L’idea di dedicarmi a questa ampia e sfaccettata categoria di vini è nata durante il primo anno di università. Muovendomi confusamente in questo mondo, per me relativamente nuovo e i cui sbocchi lavorativi sono molto diversi, ho avuto la fortuna di fare un viaggio con alcuni produttori di vino.
Passando per Châteaneuf-du-Pape e Sauternes siamo arrivati a Bordeaux per il Vinexpo di Bordeaux, tra le più importanti fiere enologiche al mondo. Durante tutto il viaggio ho avuto occasione di approfondire il tema della maturità del vino, culminante nell’apertura di una bottiglia di Chevalier-Montrachet “Clos de Chevalier” Grand Cru 2000 prodotto da Jean Chartron. Per me fu un’epifania, l’intuizione di un’unicità derivante dall’aggiunta del fattore tempo nell’equazione ed il desiderio di approfondire questo tema quanto più possibile.

Quali sono i momenti chiave che pensi ti abbiano portato a diventare miglior Sommelier AIS Lombardia 2022?

Sicuramente ci sono stati molti momenti eccezionali in questo percorso. Credo che ciò che abbia veramente fatto la differenza sia stata la continuità nello studio quotidiano. Questo premio è una grande soddisfazione ma sono più orgoglioso della passione e della costanza che mi hanno permesso di raggiungerlo. È sicuramente un gradino importante ma utile solo se saprà darmi slancio per continuare a crescere e a fare i tanti piccoli passi che portano alla cima.

Cosa ti ha spinto a fare il Master ALMA-AIS?

Sono approdato ad ALMA dopo aver interrotto la mia collaborazione con un’importante casa d’asta. Sono stati anni molto felici e di cui sono molto grato ma mi sono ritrovato alla fine un po’ intrappolato in una visione del vino troppo teorica e poco entusiasmante. Ho affrontato il Master ALMA-AIS proprio per ridare vita al fuoco della mia passione.

Quale pensi sia il valore aggiunto che ti ha lasciato questo Corso?

Certamente gli aspetti di arricchimento sono stati molti. Innanzitutto l’alto livello professionale degli insegnanti che, oltre alla loro inarrivabile preparazione, hanno saputo aggiungere il proprio lato umano in un rapporto personale con ciascun studente. In questo modo hanno potuto aggiungere al mio bagaglio esattamente ciò che della loro esperienza poteva servirmi.
In secondo luogo sicuramente le importanti bottiglie e etichette degustate.
Sembra veniale dire che si diventi competenti bevendo bottiglie di fascia alta (anche di prezzo) ma credo che sia imprescindibile degustare le eccellenze iconiche per potersi tarare sugli standard più alti ed avere una visione completa della scala di giudizio.
Infine ho molto apprezzato gli spunti diversi che ci sono stati dati per ampliare la nostra visione, come l’approfondimento del tè, dei caffè e degli “abbinamenti inusuali”.

Il tuo vino preferito?

È difficile eleggere un’etichetta specifica perché ogni giorno ho la fortuna bere bottiglie eccezionali. Al momento sto studiando molto la regione del Beaujolais, estremamente intrigante per la capacità dei suoi vini di coniugare profondità espressiva, legame territoriale e facilità gustativa.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sicuramente ora la maggior parte della mia attenzione è sulla preparazione del concorso di Novembre, che rappresenta un traguardo molto importante. Allo stesso tempo ovviamente continuo con lo sviluppo della mia azienda e con il lavoro di comunicazione dei vini che amo e della cultura di cui sono traccia.

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