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Nella dimensione carnale della penisola italiana, tra i paladini per proverbiale affezione e conoscenza della materia nella sua lavorazione troviamo Simone Fracassi: figlio d’arte di quattro generazioni di macellai che dal 1927 a Ressina di Castel Focognano nell’aretino, promuovono e valorizzano razze, o meglio patrimoni della cultura carnivora italiana.

Quella di Fracassi per la carne è passione sanguigna, viscerale. Senza compromessi e diretta nella sua linea di condotta artigianale: anteporre la qualità al guadagno, impegnandosi nella valorizzazione di razze oramai dimenticate e della loro valorizzazione. La freddezza chirurgica solo apparente del macellaio in Simone Fracassi lambisce una leggiadra ritualità, anche tra possenti quarti di maiale grigio del casentino o monumentali mezzene di chianina. Nel suo lavoro, Fracassi adotta regole precise, che non sempre gli avventori comprendono. Non teme a dire dei no, se bisogna opporsi alla mercificazione di una cultura contadina di cui è il fortunato erede.

Negli anni, passione, coraggio ed etica del lavoro, lo hanno portato a svariati riconoscimenti, come il Premio Golosaria per la Miglior Macelleria d’Italia nel 2016 e, nello stesso anno, i cinque spilli sulla Guida ai Salumi d’Italia de L’Espresso. Simone Fracassi non è solo un abile macellaio, è un fondamentalista della carne ma che difende con fermezza il proprio mestiere, preservandone il valore storico che questo Maestro d’Arte e Mestiere porta con sé.

 

 

 

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