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Dario Pisani

CORSO SUPERIORE DI CUCINA ITALIANA DI ALMA

 


 

Diplomato in ALMA al Corso Superiore di Cucina Italiana, lavora in ristoranti del calibro di “Piazza Duomo” dello chef Enrico Crippa, “Carlo Cracco” e il “Marchesino” del maestro Gualtiero Marchesi. Oggi è chef ai Tre Cristi di Milano.

Da Napoli a Milano: il viaggio di Dario Pisani inizia all’Istituto Alberghiero partenopeo “Duca di Buonvicino” e approda, dopo tappe diverse e tutte ugualmente brillanti, al Ristorante Tre Cristi Milano dove in breve tempo realizza il suo sogno di diventare chef. Il primo grande passo lo fa l’anno del diploma in ALMA, al Corso Superiore di Cucina Italiana “del quale custodisco sempre nel mio cuore le lezioni in aula training”. Lezioni che hanno richiesto tanto impegno e sacrificio, ma che hanno dato anche grandi soddisfazioni. “Sono venuto a conoscenza di ALMA attraverso la rivista della Federazione Italiana Cuochi a cui mi ero abbonato durante gli anni di scuola superiore. Non appena ho terminato gli studi all’alberghiero ho deciso che avrei continuato il mio percorso di studi proprio lì. Una scelta che mi ha premiato, perché la mia esperienza nella scuola è stata decisiva per capire come volevo fosse il mio futuro, iniziare a costruirlo e a muovere i primi passi in questo mondo per me allora quasi sconosciuto”. Da quel momento Dario ha iniziato un “tour” fra ristoranti di alto livello, iniziati con lo stage durante gli studi in ALMA al ristorante “Piazza Duomo” dello chef Enrico Crippa (3 stelle Michelin), dove è poi stato assunto, rimanendovi per 3 anni. Nuova tappa, nuova sfida: lo attende il ristorante “Carlo Cracco” a Milano per altri due intensissimi anni. Infine, una nuova ed impagabile esperienza al “Marchesino” del maestro Gualtiero Marchesi per un memorabile anno, prima di approdare ai Tre Cristi. “Grazie ad ALMA ho scoperto il mondo dell’alta cucina ed il vero significato della parola cuoco, in senso professionale, qualcosa di nuovo per me fino ad allora. Frequentando questa Scuola, sono riuscito capire quanto questo mestiere sia in continua evoluzione, mai statico o ripetitivo”. Secondo la sua visione il Next Generation Chef “dovrebbe essere alla continua ricerca di nuove tecniche di cucina, affamato di sperimentazione; dovrebbe anche però nello stesso tempo essere capace di rappresentare sempre le nostre tradizioni, pur stando al passo coi tempi. E tutto senza rinunciare alla qualità della materia prima, condendo il tutto con i ricordi e sapori della propria terra d’origine. Come insegna Gualtiero Marchesi “la cucina è tempo e memoria”.

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