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ALMA protagonista al progetto Food for Soul

Food for Soul è il progetto di solidarietà lanciato dallo chef Massimo Bottura e da sua moglie Lara Gilmore per dare risalto a tutti quei gruppi che lottano contro lo spreco alimentare aiutando le persone anche nella loro inclusione sociale.

Uno degli esempi concreti del progetto Food for Soul è l’iniziativa delle Social Tables, durante le quali una volta a settimana viene servito un pasto alle persone in difficoltà, in spazi che già vengono impiegati con questo scopo. La vera novità di questa iniziativa è rappresentata dal coinvolgimento di chef di fama internazionale, artisti, designer che vogliono rafforzare questo network di solidarietà gastronomica.

Nella Social Tables Ghirlandina, nel cuore di Modena non troppo distante dalla celebre Osteria Francescana***, il progetto è stato lanciato nel 2016 in collaborazione con la Fondazione Auxilium che si occupa di offrire pasti ai poveri.

Questa cucina apre le sue porte ogni lunedì sera a 70 ospiti per fornire il proprio aiuto alla comunità modenese, che può contare in quelle sere un contributo concreto e solidale.

In una di queste Social Table è stato protagonista Giuseppe Pellegrino chef docente di ALMA, che insieme agli assistenti Carmelo Geraci e Francesco Giaccari ha realizzato una cena per gli ospiti della Ghirlandina utilizzando solo prodotti di scarto.

“Sapevamo solo che avremmo dovuto servire una cena per 50 persone alle 18.30” dice Pellegrino, ricordando il momento con tanto orgoglio e un pizzico di timore non smaltito. “Alla fine le persone che si sono presentate al refettorio sono state 77, è stato un successo”.

Il fattore umano è stato il motore che ha spinto il gruppo, la forza senza la quale il progetto non potrebbe esistere.

“Nel tragitto tra Colorno e Modena abbiamo provato ad abbozzare il menù. Ci immaginavamo di trovare riso, carne, pesce e verdure. Una volta arrivati ci siamo scontrati con la realtà. Abbiamo lavorato utilizzando lo scarto delle verdure. È stato un esercizio molto stimolante e nuovo. Non mi ero mai trovato nella condizione di lavorare con materie prime così. Con entusiasmo e buona volontà siamo riusciti a creare un menù composto da un primo, un secondo con contorno e un dessert. Cercando di rispettare anche l’aspetto religioso, abbiamo deciso di cucinare dei rigatini ai sapori dell’orto e un gratin di verdure da servire come contorno del pollo. Il dessert invece consisteva in una crepe con frutta cotta e coulis di fragole. La soddisfazione più grande è stata al termine della cena, quando siamo usciti dalla cucina per salutare gli ospiti. Ancor prima di poter dire “buona sera a tutti” è partito un fragoroso applauso. Mi sono emozionato, ho capito di aver fatto del bene per persone che ne avevano realmente bisogno. Ho realizzato di essere entrato a far parte di un movimento virtuoso di enormi dimensioni. Se potessi ripeterei questa esperienza anche domani”.

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